Corte du Lionzu

Passeggiando negli stretti vicoli del nucleo più antico del paese si ammirano le tipiche case a corte , piccole abitazioni che si affacciano su un cortile interno, spazio comune dove si svolgeva la maggior parte della vita sociale dei tempi passati.
All’interno, lo spazio abitativo era arredato in modo essenziale, secondo le caratteristiche di povertà dei braccianti. L’abitazione si affacciava sulla corte, tramite una porta, munita di un infisso in legno, e di una finestra.
All’esterno nel giardinetto, si svolgevano parte dei lavori domestici: si moliva il grano, si lavavano i panni, si attingeva l’acqua dal pozzo, si esponevano al sole i prodotti da essiccare, si creavano prodotti artigianali.
Nello spazio aperto della corte, inoltre, trovavano posto gli accessori comuni a tutte le unità famigliari. Al centro o addossato al muro si trovava la cisterna per attingere l’acqua, a ridosso di un muro o vicino al pozzo il lavatoio chiamato “pila” per il bucato, in mancanza della pila si trovavano grossi recipienti di forma cilindrica chiamati “cofani”, ai lati della porta d’ingresso erano sistemati i sedili in pietra, usati dagli abitanti della corte soprattutto nelle serate estive. Un altro elemento andato però in disuso e raramente ancora presente nella corte è lo “stompo”, un mortaio di pietra a forma di cilindro dove si pestava il grano duro.
L’origine della corte è legata alla famiglia patriarcale; successivamente diviene “plurifamiliare”; nascono accanto alla cellula primaria una o più cellule secondarie; il primo figlio maschio sposato trovava sistemazione in una nuova cellula abitativa che poteva essere costruita a fianco a quella paterna.
La funzione primaria della casa a corte è quella della socializzazione: la corte è il cuore della casa, concepito come spazio plurifunzionale, utilizzato come luogo di lavoro, deposito e magazzino, ricovero per gli animali da lavoro e soprattutto spazio di aggregazione, socializzazione, d’intrattenimento e di gioco. La corte infatti soddisfa, oltre l’esigenze materiali, anche esigenze affettive, perché la sera dopo aver concluso una faticosa giornata di lavoro, i membri della famiglia si raccoglievano nel cortile per narrare ed ascoltare storie e socializzare per sfuggire all’isolamento che comportava il lavoro nei campi. Qui il padre e i nonni erano in continuo contatto con i figli e nipoti, passando il poco tempo libero, parlando e raccontando favole all’interno della corte per tramandare le tradizioni e gli aspetti della cultura popolare dell’epoca.

IMMAGINE DEL SALENTO

Numeri, figure e libri,
simboli d’una Misura
silenziosa e sicura,
fanno che io riposi o vibri
-vivo di sobri equilibri
Nell’ossame della Natura.

Cristalli di luce varia
Spaccano l’ozio dei suoli
Per fecondarlo di voli
Di cantici, d’aromi e d’aria,
e perché l’ansia del dire
s’incanti nelle matrici
rocciose delle radici
e nel loro sordo fiorire.

(Lampadario – boschività sotterra smeraldi)

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