Come un giardino schiuso a me d’accanto – di cui non toccherei fiore né frutto – Tu, respirando, in me generi un canto Che mi riempie e m’illumina tutto.
Gioia di un giorno, la tua ala trema Nella memoria come se volesse Arricchire l’attesa del mio essere D’una germinazione non terrena.
Tu sei la primavera che aspettavo, oh visione musica e figura di un’arcana armonia da cui ricavo
l’essenza della gioventù futura: fremito di un mattino che m’investe con l’alito di tutto il suo celeste.