La gioventù di noi in noi permane Al di là d’ogni mito e d’ogni effigie Se la marea del tempo celestiale Nell’organicità del sole vige Oltre lo sgretolio d’ogni carname.
Chiunque rivuole sé riconcepito Indenne dalla schiavitù dell’ère E brulica di linfa che risale Al tronco di virtuali primavere Nella selva di tutto rifiorito.
E dai vertici fino alle propaggini Della semenza e d’ogni sua figura Vibrano mattutine le compagini Di un’ansia sempre antica e già futura.